L’ingerenza umanitaria: Il caso dei kurdi
Jasim Tawfik Mustafa
Biblioteca Franco Serantini
All’indomani della fine della guerra del Golfo, i Kurdi si ribellarono al giogo che li sottometteva da lungo tempo al regime di Saddam Hussein, sperando che I’onu sostenesse le loro rivendicazioni nazionali. Invece la coalizione internazionale, soprattutto gli Stati occidentali, ha paradossalmente preferito salvare la dittatura irachena, dando via libera alla repressione sui Kurdi. Grazie alla spinta dell’opinione pubblica mondiale, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato la risoluzione 688, che condanna l'atteggiamento iracheno. Questa risoluzione è stata considerata come il primo caso di “ingerenza umanitaria” nella storia dell’ONU, che da allora ha dedicato sempre maggiore attenzione alla tutela delle popolazioni coinvolte in conflitti armati. L’obiettivo di questo lavoro è quello di dare un contributo allo studio dell’ingerenza umanitaria, e tentare di fare luce sulle atrocità e sui massacri subiti dai Kurdi come nazione, e in particolare dei Kurdi dell’Iraq per mano del regime del clan di Saddam Hussein.
Jasim Tawfik Mustafa è nato nel 1959 nel Kurdistan iracheno; esule, dal 1981 vive a Pisa, dove si è laureato in Scienze Politiche. Specializzato all’Università di Padova in Istituzioni e Tecniche di Tutela dei Diritti Umani, ha frequentato il Corso per la formazione del personale civile delle operazioni umanitarie e di peace-keeping e delle missioni di osservazione elettorale presso la Scuola Superiore “S. Anna” di Pisa. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo: I Kurdi: un popolo in cerca di solidarietà, Pisa 1989; Le radice del problema kurdo, Pisa 1991; Il Parlamento Europeo e la questione kurda, in «Pace, diritti dell’uomo, diritti dei popoli», Padova 1993; Turchia: tortura, trattamenti inumani e degradanti: diritti e condizioni dei bambini kurdi in Turchia, Pisa 1995; e per le nostre edizioni Kurdi: il dramma di un popolo e la comunità internazionale, 1994. |