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Struttura Politica e Valori Culturali Nella Società' Curda


Auteur :
Éditeur : Università di Bologna Date & Lieu : 1973, Bologna
Préface : Pages : 388
Traduction : ISBN :
Langue : ItalienFormat : 210x275 mm
Code FIKP : Liv. Ita. Gal. Str. N° 991Thème : Général

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Struttura Politica e Valori Culturali Nella Società' Curda

Struttura Politica e Valori Culturali Nella Società' Curda

Mirella Galletti

Università di Bologna

sta zona montagnosa di circa 530 mila Km . Forma la spina dorsale del Medio Oriente, è un Paese senza frontiere e geograficamente continuo. Si estende tra il mar Nero, le steppe della Mesopotamia, l’Anti-Tau ro e l’altopiano iraniano ed è diviso dalle frontiere politiche tra Turchia, Iran, Iraq, e Siria.
De catene di montagne del Tauro e Lagro costituiscono la colonna vertebrale del Paese. Il grande Ararat (sul quale si arenò l’Arca di Noè) oltrepassa i 5 mila metri. Il monte Judi, che rivendica lo stesso onore, supera i 2 mila metri. Hezargol, che significa "mille laghi", è un’altra montagna del Kurdistan piena di miti e misteri. Secondo una leggenda ...



PREFAZIONE

Ho scelto di studiare il problema curdo in quanto mi interessava analizzare un particolare problema del mondo arabo. Non volevo studiare nè quei Paesi né quei problemi più conosciuti in Occidente. Ritenevo il Medio Oriente una delle aree meno studiate e conosciute del globo.
Dai miei precedenti studi ero giunta a considerare l’Iraq uno dei Paesi chiave del Medio Oriente ed anche uno dei meno studiati. Parlai con il Prof. Bernardi che mi disse di analizzare una po polazione dell’Iraq. Così scelsi la popolazione cur da che costituisce il maggior problema interno dell Iraq ed uno dei più spinosi problemi del Medio Oriente. Generalmente la problematica relativa al Kurdistan viene accomunata a quella della Palestina e del Golfo' Persico.
Dopo la scelta del tema si è posto il problema del metodo di ricerca. Era indispensabile ave re una base storica per poi fare un’analisi antropo logica, con il metodo partecipante, della società curda.

La ricerca bibliografica ha presentato no tevoli difficoltà nel reperimento dei testi. Ho tro vato poche opere a Roma. L’Accademia Curda di Baghdad è stata una fonte preziosa, con i suoi quindicimila testi, per aiutarmi a dare un inquadramento storico al problema. Dopo un mese di studio intensivo a Baghdad sono venuta a conoscenza di opere scritte da Italiani sul Kurdistan e sui Curdi nei secoli scorsi. Ho deciso allora di valorizzare queste fon ti ed ho intrapreso una lunga e faticosa ricerca di questi testi. Ad esempio seppi a Beiruth, da uno studioso francese, che esisteva il libro di Campanile, la cui importanza verrà illustrata successivamente. Ritornata in Italia ho scritto alle Biblio teche di Napoli, dove il testo era stato edito, all inizio di settembre dello scorso anno. Sono andata nelle biblioteche di Bologna, Torino, Roma, Firenze e infine l’ho trovato a Parma nel gennaio di quest’anno. E’stato per me un grosso successo perché un docente uni versitario mi aveva riferito che il libro era irrepe ribile. Per l’opera del De Bianchi ho seguito lo stes so procedimento, riuscendo a reperirlo a Roma dopo cin que mesi.

Essendo la prima studiosa italiana ad intra prendere una vasta documentazione sui Curdi, ho ritenuto opportuno portare alla luce questi testi. Ho scoperto che i primi Europei ad interessarsi del Kurdistan sono stati gli Italiani. Già nel 1200 il frate Ricoldo da Montecroce aveva visitato e descritto il Paese in una sua opera. Marco Polo attraversò il Kurdistan nel suo viaggio verso la Cina. Nel 1600 Pietro Della Valle descrisse questa regione. Via era un sede dei Domenicani italiani a Mosul e ciò ha contribuito alla conoscenza del territorio curdo. Il domenicano Garzo ni nel 1787 sottolineò per primo l’originalità della lingua curda che, fino ad allora, era considerata un dialetto persiano. Nel 1818 viene pubblicato il libro del domenicano Campanile, interessante per le notizie riportate, anche se la sua opera è caratterizzata da una vena anticurda. Nel 1863 esce l’opera di De Bian chi, che ritengo l’opera italiana più interessante del la mia bibliografia, vissuto nel Kurdistan per vari anni, nutrì un profondo rispetto per i Curdi. Dalla sua opera emerge un’analisi dettagliata ed attenta, non priva in certi tratti di un intelligente umorismo, su alcuni aspetti della società curda. Dopo questa da ta non vengono più pubblicate analisi e descrizioni del territorio e popolazione dei Curdi. Solo nel 1900 viene tradotta dal siriaco l’opera di Giamil "Monte Singar", che tratta degli Yezidi, una popolazione a££ine ai Curdi. Praticamente dal 1863 si è interrotto il filone della lettertura italiana sul Kurdistan.

Per i motivi spiegati precedentemente ho ritenuto opportuno valorizzare questa letteratura italiana sull’argomento, accostandola a testi ge neralmente inglesi, francesi e statunitensi, di questo secolo. La bibliografia che ho utilizzato consta di due parti: la prima è quella italiana dei secoli XVIII e XIX; la seconda comprende documenti pubblicati dopo la I guerra mondiale ed opere scrit te negli ultimi venti anni.

Ai fini di una conoscenza più approfondita, della odierna società curda nella sua dimensione storica ed antropologica, ho ritenuto rilevante intervistare delle figure rappresentative e testimóni significativi per cercare di cogliere la dinamica dei processi di cambiamento e le linee di sviluppo dell’odierna società curda.

Il primo gruppo di interviste 1’ho fatto lo scorso anno ad esponenti della cultura e politica a Beiruth e a Torino, per cercare di inquadrare meglio il problema curdo. Nel febbraio di quest’anno ho avu to a Losanna un lungo colloquio con Ismet Cherif Vanly, rappresentate della rivoluzione curda in Europa. Questa intervista, durata due giorni, mi è stata molto uti le per le indicazioni fornitemi dallo studioso curdo. Gli aspetti da lui maggiormente sottolineati riguardavano il processo di detribalizzazione in atto nella società curda e l’ascesa della borghesia verso po sizioni egemoni.

Il viaggio fatto nel Kurdistan lo scorso mar zo è stato fondamentale per i contatti che ho avuto con la popolazione e gli intellettuali curdi* A Baghdad e ...



Introduzione

Cenni geografici

Il Kurdistan, "Paese dei Cardi", occupa una va 2
sta zona montagnosa di circa 530 mila Km . Forma la spina dorsale del Medio Oriente, è un Paese senza frontiere e geograficamente continuo. Si estende tra il mar Nero, le steppe della Mesopotamia, l’Anti-Tau ro e l’altopiano iraniano ed è diviso dalle frontiere politiche tra Turchia, Iran, Iraq, e Siria.

De catene di montagne del Tauro e Lagro costituiscono la colonna vertebrale del Paese. Il grande Ararat (sul quale si arenò l’Arca di Noè) oltrepassa i 5 mila metri. Il monte Judi, che rivendica lo stesso onore, supera i 2 mila metri. Hezargol, che significa "mille laghi", è un’altra montagna del Kurdistan piena di miti e misteri. Secondo una leggenda ...




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