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Oriente Moderno


Auteur :
Éditeur : Date & Lieu : 2000-01-01, Roma
Préface : Pages : 226
Traduction : ISBN : 0030-5472
Langue : ItalienFormat : 165x240 mm
Code FIKP : Liv. Ita. Gal. Ori. N° 1686Thème : Général

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Oriente Moderno

Oriente Moderno

Mirella Galletti

Istituto Per l’Oriente

Sui Curdi, posteriormente alle fonti classiche greche e latine,* 1 arabe2 e curde,3 si è formata una letteratura europea, soprattutto francese, inglese e tedesca,3 4 che è ampiamente conosciuta. Le fonti italiane, pur essendo tra le più antiche, sono meno note malgrado rivestano un interesse particolare. Le prime fonti risalgono al '200 e sino all’'800 vi è stata una continuità nei rapporti tra Kurdistan e Italia, dovuti a viaggiatori, diplomatici, missionari e mercanti che attraversavano il Kurdistan per raggiungere la Persia o la Mesopotamia.
Non mancano tracce della presenza italiana. Costruttori genovesi hanno edificato fortezze, ormai in rovina, che sono sparse nel Kurdistan. AH’inizio del XIX secolo erano ancora visibili le rovine della fortezza di Diadin.5 Un’altra fortezza costruita da Genovesi si trovava nella città di Gazirah, lambita dal Tigri,6 mentre nella vallata di Hassan-Kala sussistevano le rovine di una ...


PREMESSA

Ringrazio l’istituto per 1’Orierrte e in particolare il Direttore di Oriente Moderno, prof. Claudio Lo Jacono, per aver accolto la proposta di pubblicare una monografia con alcuni degli articoli più significativi sui rapporti intercorsi tra Italia e Kurdistan dal XIII secolo ad oggi.

Significativi passi avanti sulla conoscenza dei Curdi sono stati compiuti negli anni '90, anche per contingenti situazioni intemazionali che hanno reso più visibili i Curdi, quali: la II guerra del Golfo, la fuga di due milioni di Curdi iracheni verso l’Iran e la Turchia, l’intervento delle Nazioni Unite e della forza multinazionale a favore dei Curdi iracheni, la fuga di migliaia di Curdi verso l’Italia come area di accoglienza o di passaggio verso altri Stati, la lotta del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) in Turchia, la presenza in Italia di Abdullah Òcalan nella sua vana ricerca di una terra d’asilo.

Questi sviluppi sono resi evidenti nella sequenza cronologica delle pubblicazioni su Curdi e Kurdistan nel XX secolo. L’ultimo decennio del secondo millennio ha visto un fiorire di pubblicazioni, soprattutto se comparato ai primi settant’anni.

Oltre alla pubblicistica, è importante la documentazione presente negli archivi diplomatici italiani. A questo proposito ringrazio la casa editrice Il Mulino e l’istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia per aver permesso la pubblicazione di analisi comparse rispettivamente sulle riviste Storia contemporanea e Italia contemporanea.

Mi è sembrato utile riproporre anche un articolo pubblicato nella Repubblica armena su un argomento molto spesso trascurato, quello dei rapporti tra le varie comunità etnico-religiose del Kurdistan. I mutamenti avvenuti nel XX secolo con genocidi, massacri, espulsioni, emigrazioni di Armeni, Assiro-Caldei, Ebrei, Curdi fanno sì che da un punto di vista etnografico il Kurdistan oggi è ben diverso da quello di un secolo fa. Questo contributo delinea lo sfondo delle problematiche trattate negli altri interventi.
In questo volume ho raccolto saggi pubblicati tra il 1978 e il 1998. I testi sono in genere ripresi così come furono pubblicati.

Colgo l’occasione per ringraziare tanti amici e persone i quali hanno contribuito con suggerimenti e con il confronto a stimolare questa ricerca.

Mirella Galletti

Curdi e Kurdistan in Opere Italiane
Dal XIII Al XX Secolo*

1.

Sui Curdi, posteriormente alle fonti classiche greche e latine,* 1 arabe2 e curde,3 si è formata una letteratura europea, soprattutto francese, inglese e tedesca,3 4 che è ampiamente conosciuta. Le fonti italiane, pur essendo tra le più antiche, sono meno note malgrado rivestano un interesse particolare. Le prime fonti risalgono al '200 e sino all’'800 vi è stata una continuità nei rapporti tra Kurdistan e Italia, dovuti a viaggiatori, diplomatici, missionari e mercanti che attraversavano il Kurdistan per raggiungere la Persia o la Mesopotamia.
Non mancano tracce della presenza italiana. Costruttori genovesi hanno edificato fortezze, ormai in rovina, che sono sparse nel Kurdistan. AH’inizio del XIX secolo erano ancora visibili le rovine della fortezza di Diadin.5 Un’altra fortezza costruita da Genovesi si trovava nella città di Gazirah, lambita dal Tigri,6 mentre nella vallata di Hassan-Kala sussistevano le rovine di una fortezza attribuita ad un Genovese.7

* - Il presente testo costituisce edizione rivista, ampliata e aggiornata di: Galletti, Mirella, “Curdi e Kurdistan in opere italiane del XIII- XIX secolo”, in: OM, LVIII (1978), p. 563-596.
Ringrazio Alberto Melloni che mi ha dato copia del dispaccio di Angelo Giuseppe Roncalli, citato in: Melloni, Alberto, Fra Istanbul Atene e la guerra. La missione di A. G. Roncalli (1935-1944), Genova, Marietti, 1992, p. 141, nt. 184. Ringrazio Gilberto Gilberti per le segnalazioni bibliografiche e i consigli, Claudio Capretti e Pier Giovanni Donini per la revisione del testo. Ovviamente gli errori sono soltanto miei.

1 - s.v. «Kurdes» (V.F. Minorsky) in: EI', II, p. 1196-1219; Minorsky, V.F., “Les origines des Kurdes”, in: Travaux du XXe Congrès International des Orientalistes. Bruxelles 5-10 Septembre 1938, Louvain, Bureaux du Muséon, 1940, p. 143-152; Nikitine, B., Les Kurdes; étude sociologique et historique, Paris, Imprimerle Natio-naie, 1956, p. 11-16.

2 - Si possiedono informazioni dettagliate sui Curdi a partire dalla conquista araba avvenuta nel 637, quando gli Arabi vennero a contatto con i Curdi dopo l’occupazione di Takrit e Hulwàn. Mas’udi (m. 956), Muriig al-dahab, III, 253, è il primo a dare informazioni sistematiche sulle tribù curde. Ibn Gubayr (Ibn Giobeir) descrive i Curdi, l’area da Mossul a Nusaybin, l’uso del petrolio (pece nera) vicino a Mossul in: Viaggio in Ispagna, Sicilia, Siria e Palestina, Mesopotaniia, Arabia, Egitto compiuto nel secolo XII, Roma, Casa Editrice Italiana, 1906, p. 220-240; rist. Palermo, Sellerio Editore, 1995. Ibn Battutali (m. 1377) descrive le città di Mossul e Mardin, e la popolazione curda di Singàr. Cfr. Ibn Battuta, Voyages, traduzione dall’arabo di C. De-fremery e B. R. Sanguinetti, Paris, Editions La Découverte, 1990, voi. I, p. 460-463, 466-467, 465.
Ibn Haldun (1332-1406), KitSb al-'ibar, II, 461; III, 413, riporta che quando le truppe mongole saccheggiarono il Kurdistan, alcune tribù curde furono costrette ad emigrare in Siria, Egitto ed Algeria. Cita la presenza di Curdi in Marocco in: Histoire des Berbères et des dynasties musulmanes de l’Afrique septentrionale, trad. fr. par de Siane. Nouvelle édition publiée sous la direction de Paul Casanova, Paris, Paul Geuthner, 1925-1956, voi. IH, p. 413.
Tra le fonti orientali sui Curdi e il Kurdistan sono di grande interesse gli scritti del viaggiatore turco Evliya Qelebi (1611-1679). Si veda: von Hammer-Purgstall, J., Narrative of travels in Europe, Asia, and Africa in thè seventeenth century by Evliyà Efendi. Translated from thè Turkish by thè Ritter Joseph van Hammer, London, Printed for thè Orientai translation fund of Great Britain and Ireland, 1834-50, 2 voli.; van Bruinessen, M. - Boeschoten, H., Evliya Gdebi in Diyarbekir. The rele-vant section of thè Seyahatname edited with translation, commentary and intro-duction, Leiden-New York, E.J. Brill, 1988, p. XVII+270. Driver, G. R., “The Dis-persion of thè Kurds in Ancient Times”, in: Journal of thè Royal Central Asian Society, October 1921, p. 563-572; Vanly, I. C., “Le déplacement du Pays Kurde vers l’Ouest (Xe-XVe S.) - recherche historique et géographique”, comunicazione al XXIX Congresso intemazionale degli Orientalisti, (Parigi, luglio 1973), in: RSO, L (1976), p. 353-363.

3 - Lo Saraf-nàmah, scritto dal principe curdo di Bitlis Saraf al-Din che lo terminò in lingua persiana nel 1596, occupa un posto eccezionale tra le fonti di storia curda. La storia dei Curdi è divisa in quattro parti. La prima tratta delle dinastie curde anteriormente al rilascio delle prerogative di reame (sultanati; L seconda le dinastie i cui rappresentanti hanno talvolta fatto battere moneta e recitare la hutbah in loro nome; la terza enumera le case dei governatori (hukkàm) ereditari; la quarta è consacrata alla storia dettagliata dei principi di Bitlis. E il primo libro sulla storia curda nel suo complesso. È stato pubblicato per la prima volta in versione originale nel secolo scorso. Cfr. Cheref-Khan, Cheref-nameh, con note di Veliaminov-Zemov, Saint-Peters-bourg, 1860-75, 4 voli. Esiste anche la traduzione francese: Cheref-Khan, Cheref-nameh ou Fastes de la Nation kurde, traduzione e note di F. B. Chamoy, Saint-Petersbourg, 1868-75, 2 voli.
È significativo e stupefacente che quest’opera fondamentale, pubblicata varie volte in lingua persiana, sia stata tradotta solo recentemente in lingua curda. Esistono varie traduzioni in arabo. Si veda la traduzione di Mela Gamil Bendi Rozbayàni, pubblicata dalla Accademia Irachena, Baghdad, 1953, p. 480. Non venne mai tradotta interamente in curdo, malgrado sussistano informazioni errate in proposito. Il maggior merito dell’Accademia Curda di Baghdad è quello di aver promosso e pubblicato la prima traduzione integrale in curdo dello Saraf-nàmah nel 1973, ad opera del grande poeta curdo Hezar in circa mille pagine. Vi è una dettagliata introduzione scientifica ad opera dello stesso traduttore congiuntamente ad un vasto numero di studiosi.

4 - Vanly, 1. C., Les Kurdes et le Kurdistan dans les relations d'anciens voyageurs occidentaux (XVIe-XVIIIesiècle), KSSE, 1973, p. 77.

5 - Ussher, J., A Journey from London to Persepolis - ìncluding wanderings in Daghestan, Georgia, Armenia, Kurdistan, Mesopotamia, and Persia, London, Hurst and Blackett, 1865, p. 664.

6 - von Moltke, Helmuth K.B., Briefe iiber Zustande und Begebenheiten in der Tiir-kei aus den Jahren 1835 bis 1839, Berlin, E. S. Mittler und Sohn, 1841, p. 431; trad. it. Lettere dall’oriente, Milano, Treves, 1878, p. 205.

7 - De Cholet, Armenie, Kurdistan et Mésopotamie, Paris, E. Plon, Nourrit et C., 1892, p. 192.
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