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Struttura Politica e Valori Colturali Nella Società' Curda


Auteur :
Éditeur : Università’ Degli Studi di Bologna Date & Lieu : 1974-01-01, Bologne
Préface : Pages : 388
Traduction : ISBN :
Langue : ItalienFormat : 195 x 260mm
Code FIKP : Liv. Ita. Gen. Gal. Str. N° 991Thème : Thèses

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Struttura Politica e Valori Colturali Nella Società' Curda

Struttura Politica e Valori Colturali Nella Società' Curda

Mirella Galletti


Università’ Degli Studi di Bologna


Il Kurdistan, “Paese dei Curdi”, oooupa una va
2 sta zona montagnosa di circa 530 mila Km . Forma la spina dorsale del Medio Oriente, è un Paese senza frontiere e geograficamente continuo. Si estende tra il mar Nero, le steppe della Mesopotamia, l’Anti-Tau ro e l’altopiano iraniano ed è diviso dalle frontiere politiche tra Turchia, Iran, Iraq, e Siria.
Le catene di montagne del Tauro e Dagro costituiscono la colonna vertebrale del Paese. Il grande Ararat (sul quale si arenò l'Arca di Noè) oltrepassa i 5 mila metri. Il monte Judi, che rivendica lo stesso onore, supera i 2 mila metri. Hezargol, che significa "mille laghi", è un’altra ...



PREFAZIONE

Ho scelto di studiare il problema curdo in quanto mi interessava analizzare un particolare problema del mondo arabo. Non volevo studiare nè quei Paesi né quei problemi più conosciuti in Occidente. Ritenevo il Medio Oriente una delle aree meno studiate e conosciute del globo.
Dai miei precedenti studi ero giunta a considerare l’Iraq uno dei Paesi chiave del Medio Oriente ed anche uno dei meno studiati. Parlai con il Prof. Bernardi che mi disse di analizzare una po polazione dell’Iraq. Così scelsi la popolazione cur da che costituisce il maggior problema interno del-1* Iraq ed uno dei più spinosi problemi del Medio Oriente. Generalmente la problematica relativa al Kurdistan viene accomunata a quella della Palestina e del Golfo' Persico.

Dopo la scelta del tema si è posto il problema del metodo di ricerca. Era indispensabile ave re una base storica per poi fare un’analisi antropo logica, con il metodo partecipante, della società curda.

La ricerca bibliografica ha presentato no tevoli difficoltà nel reperimento dei testi. Ho tro vato poche opere a Roma. L’Accademia Curda di Baghdad è stata una fonte preziosa, con i suoi quindicimila testi, per aiutarmi a dare un inquadramento storico al problema. Dopo un mese di studio intensivo a Baghdad sono venuta a conoscenza di opere scritte da Italiani sul Kurdistan e sui Curdi nei secoli scorsi. Ho deciso allora di valorizzare queste fon ti ed ho intrapreso una lunga e faticosa ricerca di questi testi. Ad esempio seppi a Beiruth, da uno studioso francese, che esisteva il libro di Campanile, la cui importanza verrà illustrata successivamente. Ritornata in Italia ho scritto alle Biblio teche di Napoli, dove il testo era stato edito, all*ini zio di settembre dello scorso anno. Sono andata nelle biblioteche di Bologna, Torino, Roma, Firenze e infine l’ho trovato a Parma nel gennaio di quest’anno. E’ stato per me un grosso successo perché un docente uni versitario mi aveva riferito che il libro era irrepe ribile. Per l’opera del De Bianchi ho seguito lo stesi so procedimento, riuscendo a reperirlo a Roma dopo cin que mesi.

Essendo la prima studiosa italiana ad intra prendere una vasta documentazione sui Curdi, ho ritenuto opportuno portare alla luce questi testi. Ho scoperto che i primi Europei ad interessarsi del Kurdistan sono stati gli Italiani. Già nel 1200 il frate Ricoldo da Montecroce aveva visitato e descritto il Paese in una sua opera. Marco Polo attraversò il Kurdistan nel suo viaggio verso la Cina. Nel 1600 Pietro Della Valle descrisse questa regione. Via era un sede dei Domenicani italiani a Mosul e ciò ha contribuito alla conoscenza del territorio curdo. Il domenicano Garzo ni nel 1787 sottolineò per primo l'originalità della lingua curda che, fino ad allora, era considerata un dialetto persiano. Nel 1818 viene pubblicato il libro del domenicano Campanile, interessante per le notizie riportate, anche se la sua opera è caratterizzata da una vena anticurda. Nel 1863 esce l’opera di De Bian chi, che ritengo l’opera italiana più interessante del la mia bibliografia. Vissuto nel Kurdistan per vari anni, nutrì un profondo rispetto per i Curdi. Dalla sua opera emerge un'analisi dettagliata ed attenta, non priva in certi tratti di un intelligente umorismo, su alcuni aspetti della società curda. Dopo questa da ta non vengono più pubblicate analisi e descrizioni del territorio e popolazione dei Curdi. Solo nel 1900 viene tradotta dal siriaco l’opera di Giamil “Monte Singar", che tratta degli Yezidi, una popolazione affine ai Curdi. Fraticamente dal 1863 si è interrotto il filone della lettertura italiana sul Kurdistan.

Per i motivi spiegati precedentemente ho ritenuto opportuno valorizzare questa letteratura italiana sull’argomento, accostandola a testi ge neralmente inglesi, francesi e statunitensi, di questo secolo. La bibliografia che ho utilizzato consta di due parti: la prima è quella italiana dei secoli XVIII e XIX; la seconda comprende documenti pubblicati dopo la I guerra mondiale ed opere scrit te negli ultimi venti anni.
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Introduzione

Cenni geografici

Il Kurdistan, “Paese dei Curdi”, oooupa una va
2 sta zona montagnosa di circa 530 mila Km . Forma la spina dorsale del Medio Oriente, è un Paese senza frontiere e geograficamente continuo. Si estende tra il mar Nero, le steppe della Mesopotamia, l’Anti-Tau ro e l’altopiano iraniano ed è diviso dalle frontiere politiche tra Turchia, Iran, Iraq, e Siria.

Le catene di montagne del Tauro e Dagro costituiscono la colonna vertebrale del Paese. Il grande Ararat (sul quale si arenò l'Arca di Noè) oltrepassa i 5 mila metri. Il monte Judi, che rivendica lo stesso onore, supera i 2 mila metri. Hezargol, che significa "mille laghi", è un’altra montagna del Kur distan piena di miti e misteri. Secondo una leggenda curda ogni monte ha la sua stella, ma la montagna di Hezargol ne ha due. E» considerata la sede della fe. licità, il rifugio dell’amore puro e candido. La ne. ve copre le cime per buona parte dell’anno.

Nel cuore del Kurdistan scaturiscono le sorgen ti dei due fiumi biblici Tigri ed Eufrate ed hanno molti affluenti: Murai, Su , Khabur, Zab grande,Zab piccolo, Liala, ecc. che bagnano vallate molto fertili. L’acqua è abbondante e nel Kurdistan turco si trova il lago di Van, sei volte più vasto del lago di Ginevra.

"Questa regione è caratterizzata da una notevole omogeneità dei sistemi orografici e idrogra^ fici che hanno avuto un ruolo importante per la sedentarietà e distribuzione della popolazione" (BLAU, 1964 : 5).
Il Kurdistan turco copre le province orientali di questo Stato, il Kurdistan iraniano si estende buI margine occidentale dell’altopiano iraniano e va dalla frontiera sovietica nel nord alla regione petrolifera, non lontano dal golfo Persico, nel sud; il Kurdistan iracheno copre le province settentrionali e nord-orientali di questo Stato, con le regio, ni petrolifere di Kirkuk, Ain-Zalah (vicino Mosul) e Khanakin. Ci sono tre zone curde nella Siria settentrionale, adiacenti al confine turco-siriano e Kurdistan turco, che è, la regione settentrionale di Jazira, Pinar arabo e Dagh curdo.
Nell’Unione Sovietica vivono altre comunità curde, disperse nelle Repubbliche Socialiste Sovie-tiche di Armenia, Azerbaidzhan e Georgia.
Il Kurdistan ha sempre occupato una posizione strategica di rilievo nel Medio Oliente: nei secoli scorsi, essendo un cuscinetto tra gli imperi Ottoma no e Persiano, sul quale anche l’impero zarista cer cava di estendere la propria influenza; oggi,in quan to è diviso tra quattro paesi del Medio Oriente e si trova a ridosso dell’unione Sovietica; inoltre per le sue notevoli risorse minerarie, agricole e soprat. tutto petrolifere.
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