The Kurdish Digital Library (BNK)
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Kurdistan: un genocidio postmoderno


Editor : Circolo Culturale Menocchio Date & Place : 2001, Udine
Preface : Pages : 112
Traduction : ISBN :
Language : ItalianFormat : 100x150 mm
FIKP's Code : Br.1639Theme : Politics

Kurdistan: un genocidio postmoderno

Kurdistan: Un genocidio postmoderno

Viaggio in due tendopoli ci rifugiati kurdi
di Danilo De Marco

Assieme a Fadime, preziosa compagna di viaggio, mi trovo nella sede del Goc-Der, l'organizzazione guidata da Mahmut Ozgur che cerca di aiutare le famiglie costrette alla migrazione interna. Stiamo aspettando la persona che ci porterà in una delle numerosissime tendopoli sparse per la Turchia occidentale.

Zahir è un giovane di 25 anni. Ne ha già passati quattro in prigione. Le sue colpe.., essere kurdo. Durante tutto il viaggio, che dura circa cinque ore, Zahir quasi non parla; ci racconta solo che è malato. Ci fa capire che non si fida. "Dopo avremo tempo", dice.

Siamo diretti verso la parte più occidentale della Turchia, nella provincia di Edirne, a pochi chilometri dalla Grecia. Arriviamo a Kesan appena in tempo per prendere l'ultimo piccolo autobus che ci porterà in un luogo ancora a noi sconosciuto. Zahir ha il timore che qualcuno dei passeggeri denunci alla polizia il nostro arrivo.

Dopo quasi un'ora, al termine di una curva che sembrava non finire mai, in un avvallamento dove ancora sono visibili le tracce dell'ultima nevicata ed al cui centro spicca una fontana campestre, ecco le tende. Il piccolo bus si ferma e scendiamo. Un balzo per scavalcare un ruscelletto semighiacciato e ci troviamo dall'altro lato con le scarpe semicoperte dal fango. È il 13 marzo, siamo a pochi chilometri dal mare, ma il freddo è ancora pungente. Avviandoci alle tende ci rendianio conto che chiamarle così è un eufemismo. Pezzi di plastica, sacchi per il trasporto di generi vari tagliati o bruciacchiati in vari punti, tracce di fuliggine condensata gocciolante dai tubi di stufa arrugginiti che fuoriescono dalle tende, come denti da tempo cariati, marci...

Kurdistan

Kurdistan letteralmente significa "paese dei Kurdi", un territorio geograficamente unitario di circa 500.000 kmq. La parola Kurdistan è stata usata per la prima volta nel secolo XIII da Marco Polo; all'epoca il territorio kurdo era composto da 16 province. Lo storico turco Celebi (m. 1682) dopo aver viaggiato per tutto il territorio kurdo, scrisse che il Kurdistan era formato dalle seguenti province: "Erzurum, Van, Diyarbakir, Amadiya, Mosul, Shahrazur, Ardalan". Nei secoli scorsi i numerosi europei, che per motivi di viaggio, commercio e diplomazia si erano recati in Oriente, hanno descritto il confine kurdo. Una delle carte geografiche più antiche che hanno indicato il Kurdistan, risale al 1561. Il Kurdistan ha subito numerose spartizioni e ritocchi da parte dell'impero Persiano. Dopo la Prima Guerra Mondiale fu smembrato, ad opera dei governi alleati, tra la Turchia, l'Iran, l'Iraq e la Siria. Dopo 70 anni di oppressione e deportazioni, la realtà kurda di oggi non corrisponde più a quella storica. Numerose località e città kurde che fino alla Prima e alia Seconda Guerra Mondiale potevano essere ben considerate dal punto di vista storico, etnico e linguistico, come territori kurdi, oggi non hanno più tali caratteri. La persianizzazione, la turchizzazione e i'arabizzazione del Kurdistan hanno cambiato le caratteristiche geografiche ed etniche del suo territorio. Oggi solo una piccola provincia in Iran viene chiamata "Kurdistan", mentre il territorio kurdo in Turchia è chiamato "Anatolia Orientale", in Siria "Gezirah", in Iraq "Nord o regione autonoma". Cosi è difficile tracciare con esattezza il confine territoriale del Kurdistan. La lunghezza del Kurdistan è di 900 km, la sua larghezza va da 200 km a 700 km, l'altezza media è di 1000 m sul livello del mare, il punto più alto è la cima del monte Ararat (5168 m). In Kurdistan vi sono numerosi fiumi; i più famosi sono il Tigri e l'Eufrate che nascono dai territori kurdi in Turchia. Il clima va dal caldo arido al freddo nordico. Il Kurdistan è ricchissimo di risorse naturali, in particolare petrolio in Iraq, cromo (secondo paese produttore al mondo, nella parte turca), ferro, gas naturale, oro, carbone, alluminio, ecc. La zona è molto favorevole per l'agricoltura e per l'allevamento del bestiame. Gli Stati che governano il Kurdistan hanno praticato, e tuttora praticano, una politica coloniale di sfruttamento, tanto che la popolazione kurda vive in estrema arretratezza, miseria e fame.

I Kurdi sono un popolo di origine indoeuropea, tra i più antichi del Medio Oriente; le testimonianze storiche intorno alla loro esistenza risalgono al 2000 a.C. Senofonte fu il primo a dare diverse notizie sui Kurdi neir"Anabasi" nel 401 a.C. I Kurdi sono discendenti dei Medi che nel VI secolo a.C. fondarono il grande omonimo impero. Nel VII secolo d.C. iniziò l'espansione arabo-islamica. Dopo numerose guerre, i Kurdi vennero sottomessi agli Arabi e l'Islam a poco a poco divenne la loro religione; essi contribuirono a svilupparne l'espansione e fondarono numerosi Regni autonomi come Al-Shadadi (950 - 1177) nel nord del Kurdistan, Al-Husnawi (950 - 1015) nel sud e Al-Marwani (990 - 1096) ad ovest. La dinastia kurda degli Ayubidi (il cui rappresentante più famoso fu Salah-adin Al-Ayubi, detto Saladino) fondò un grande stato musulmano (1169 - 1250). Tra X e XV secolo il Kurdistan subì numerose invasioni straniere, dei Turchi Selgiucidi (1051), dei Mongoli (1231) e di Tamerlano (1402), che ostacolarono ulteriormente 10 sviluppo economico, sociale ed urbano dei Kurdi. 11 kurdo è una lingua di origine indoeuropea, di ceppo iranico, diverso dal persiano, dall'arabo e dal turco; ha una propria grammatica e una ricchissima letteratura scritta a partire dal X secolo. I due dialetti principali sono il Kurmangi ed il Sorani. I Kurdi della Turchia usano l'alfabeto latino, quelli dell'URSS il cirillico, i kurdi iracheni, siriani e iraniani usano l'alfabeto arabo. Oggi solo in Iraq la lingua kurda è ufficialmente riconosciuta e parzialmente studiata nella scuola, ma negli uffici pubblici nei territori kurdi la lingua ufficiale è l'arabo. Nell'Armenia sovietica vi sono le scuole elementari kurde...

Le Radici del problema Kurdo
di Jasim T. Mustafa
Pacini Editore, Pisa 1991

interno k

Kurdistan
Un genocidio postmoderno

a cura di
Danilo De Marco

testi di
Danilo De Marco
Hevi Dilara, Dino Frisullo,
Nezan Kendal

fotografie di
Danilo De Marco

Circolo Culturale Menocchio
33086 Montereale Valcellina (Pn) - via Ciotti, 1
tei. e fax 0427 799204 - e-mail circolo.menocchio@libero.it

© Danilo De Marco per le foto

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1° edizione agosto 1998
"Interno K. Kurdistan. Un genocidio."
2° edizione rivista e aggiomata marzo 2001
cura del CEVI Centro per il Volontariato Intemazionale - Udine



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